Cessione di partecipazioni elude il registro? StampaLoading...
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Scritto da Administrator   
Giovedì 07 Luglio 2011 00:00

merita di essere segnalato questo ritaglio giornalistico locale, in bilico tra la retorica e l'autocelebrazione istituzionale (appare evidente la mano di un addetto ai lavori...) con pistolotto moralistico finale sull'evasore che ruba a tutti...per una questione di fantomatico abuso del diritto che ha del rivoltante...perchè è certo che se cedo l'azienda pago il registro e se vendo la società non lo pago. Sono  due strade distinte, e non si può dire "se facevi nell'altro modo pagavi più imposte e quindi hai eluso"..in questo modo rimettiamo sostanzialmente il registro sulle cessioni  di quote sociali, che manca per una ragione logico-sistematica, e comunque chiaramente manca..ma è inutile che parliamo di questi aspetti tecnici, perchè sono la conseguenza del solito disorientamento sociale sulla tassazione attraverso le aziende, le contraddizioni tra cui oscilla la pubblica opinione. Gli addetti ai lavori sono più frastornati dell'opinione pubblica, ed anche molto  eterogenei, tra addetti amministrativi aziendali, funzionari dell'agenzia, avvocati o dottori commercialisti, economisti e giudici. Il fisco senza testa produce mostri, divagazioni sull'"evasore" che ruba alla collettività etc..  

Il link della notizia è quello che segue http://ravennanotizie.it:80/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=46782  anche se la riportiamo qui di seguito 

 

Guardia di finanza di Cervia scopre maxi evasione per 7 milioni al Grand Hotel di Rimini

martedì 05 luglio 2011

A quattro anni dalle tribolate vicende legate al primo tentativo di cessione del grande complesso alberghiero, fallito per le vicissitudini finanziarie e giudiziarie che coinvolsero il vecchio acquirente, oggi il Grand Hotel torna ancora una volta alla ribalta delle cronache per problemi legati al suo trasferimento. Nonostante avessero studiato nei minimi dettagli una complessa serie di operazioni finanziarie e societarie per ottenere un risparmio dell'imposta di registro di oltre 7 milioni di euro, le due grandi società, leader nella gestione delle strutture ricettive su tutta la costa romagnola, non avevano previsto il controllo delle fiamme gialle della tenenza di Cervia e il conseguente recupero della somma evasa.
Nel corso di altra attività d'indagine, i finanzieri sono stati insospettiti dalla numerosa serie di atti che avevano riguardato il trasferimento del Grand Hotel di Rimini.

La famosa struttura, dichiarata nel 1994 monumento nazionale e immortalato anche dal grande regista Fellini nel film Amarcord, è stata infatti oggetto di una complessa serie di operazioni societarie straordinarie, il cui fine ultimo è risultato essere quello di sottrarre a tassazione il valore del suo trasferimento.
Nello specifico la tenenza di Cervia ha contestato la mancata applicazione dell'imposta di registro, in quanto le parti hanno mascherato la reale cessione d'azienda ricorrendo al classico schema che prevede prima la cessione di quote societarie e, in una seconda fase, la fusione tra la società acquisita e la società acquirente.

Queste operazioni, che potrebbero apparire del tutto lecite, sottendono in realtà un rilevante intento elusivo.
La cessione di quote di società è infatti soggetta esclusivamente all'imposta in misura fissa sui contratti di borsa, mentre la fusione di società è disciplinata dalle norme del testo unico sulle imposte sui redditi che ne statuiscono la neutralità dal punto di visto fiscale, al ricorrere di precise circostanze.
Al contempo però esistono delle norme specifiche in materia di registro, che assurgono a carattere di specialità.

In particolare, il testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro, d.p.r. 131 del 1986, all'art. 20, rubricato "interpretazione degli atti", statuisce che:" l'imposta è applicata secondo la intrinseca natura e gli effetti giuridici degli atti presentati alla registrazione, anche se non vi corrisponda il titolo o la forma apparente".

Proprio sulla base di questa norma, già da anni, la giurisprudenza, sia di merito che di legittimità, ha elaborato la massima per cui: "una pluralità di negozi strutturalmente e funzionalmente collegati al fine di produrre un unico effetto giuridico finale, vanno considerati, ai fini dell'imposta di registro, come un fenomeno unitario.

Le operazioni straordinarie attuate per permettere di fatto il trasferimento del Grand Hotel, integrano proprio questa ipotesi di collegamento negoziale.
La consecutio degli atti, infatti, realizza una sola fattispecie a formazione progressiva, diretta a generare, quale unico effetto giuridico, proprio la "cessione d'azienda". a queste conclusioni i finanzieri sono arrivati dopo un confronto sugli aspetti giuridici della vicenda con l'agenzia delle entrate - direzione provinciale di Ravenna e ufficio territoriale di Lugo.

In sostanza, anziché effettuare una semplice e diretta cessione d'azienda, le due società coinvolte hanno proceduto prima al trasferimento delle quote sociali e poi effettuato una fusione societaria, solo ed esclusivamente per ottenere questo ingente risparmio d'imposta. In soldoni per trasferire un complesso alberghiero del valore stimato di circa 70 milioni di euro erano stati pagati 168 euro anziché 7 milioni.

Il tutto a danno dell'intera collettività.
Danno sì, perché è in tali termini che bisogna concepire l'evasione, in senso lato, ma soprattutto a certi livelli. Se si pensa a quanti servizi potranno ora essere resi ai cittadini: ambulanze o attrezzature per i presidi ospedalieri - scuole - contributi per i meno abbienti - strade e tutti gli altri servizi della cui carenza quotidianamente si lamenta la collettività.

Ecco perché la lotta all'evasione va affrontata a 360° gradi, perché chi evade ruba solo allo Stato in generale, ma anche e soprattutto a tutti i cittadini in particolare.
Queste considerazioni esaltano ancora di più la brillante indagine portata a termine dalla Guardia di finanza di Cervia, che ha permesso di recuperare a tassazione una base imponibile ai fini dell'imposta di registro, ipotecarie, e catastali pari a circa 70 milioni di euro, per un ammontare complessivo di circa 7 milioni di euro di imposte che dovranno ora essere versati all'erario per essere impiegati a vantaggio della collettività.

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