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Una teoria per i tributaristi

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Home Tassazione internazionale Amministrativo e tributario 410 contro 190: come una montagna partorisce il topo
Amministrativo e tributario 410 contro 190: come una montagna partorisce il topo PDF Stampa E-mail
Scritto da Raffaello Lupi   
Giovedì 31 Marzo 2011 08:00

Se andate sul sito del Cineca, precisamente qua http://cercauniversita.cineca.it/php5/docenti/cerca.php e battete ius 10 (diritto amministrativo) quindi  ius 12 (diritto tributario) potrete vedere che la comunità scientifica del diritto  tributario è circa la metà di quella del diritto

amministrativo, che si occupa ditutte le articolazioni dei poteri  pubblici , come urbanistica, ambiente, beni  culturali, istruzione, sicurezza, regolamentazione dei mercati, viabilità, infrastrutture, e chi più ne ha più ne metta....Ora, va bene che l'Italia è in genere la fossa del diritto, per una serie di ragioni indicate sul volume di organizzazione sociale, in costruzione e scaricabile qui, però se in tutti questi settori le cose dovessero funzionare come in materia tributaria, saremmo già peggio  del Burundi. Questa constatazione di confronto numerico mi porta a confermare quanto rilevavo in altri post sul fallimento della comunità scientifica accademico-processuale in materia tributaria. Che nel migliore dei casi è uno strumento di visibilità professionale per avvocati di un certo successo, ma dove manca del tutto "il controllo del settore", che invece altre comunità scientifiche, di civilisti, lavoristi, giuscommercialisti, amministrativisti, penalisti, hanno mantenuto. Magari sono comunità scientifiche molto peggiori del diritto tributario in termini di baronaggio,  ripicche, dispetti, meschinità, «accordi, scambi di favore, sodalizi e patti di fedeltà», ma non è questo il punto.

Si tratta invece di fare il proprio mestiere avendo  il controllo del settore della convivenza sociale affidatoci. Bisogna chiedersi cosa debba fare un'accademia di giuristi , e la risposta è una sola: essere il punto di riferimento per spiegare quello che accade nel proprio settore dell'organizzazione sociale. La comunità scientifica dovrebbe essere il gruppo di quelli che devono pensare, hanno il tempo di farlo, sono investiti del compito di riflettere da chi invece deve principalmente sbrigare pratiche lavorative, e guarda alla comunità, allo studio per "avere spiegazioni"; senza queste spiegazioni, o con spiegazioni fatte di ovviomi detti con sussiego, la società procede per proprio conto, ognuno interpreta l'interesse generale secondo la propria personale visione o persegue legittimamente le proprie convenienze particolari. Se la comunità scientifica si costruisce questa autorevolezza collettiva, allora l'autorevolezza individuale derivante dal titolo di professore può dirsi meritata, altrimenti si approfitta soltanto di una confusione collettiva che proprio l'accademia ha omesso di ostacolare.

In materia di tassazione c'erano tre o quattro segmenti dello studio della convivenza da coordinare, diritto pubblico e privato, economia generale ed aziendale. Serviva progettualità, elaborazione, organizzazione delle riflessioni, delle intuizioni e delle sensazioni che coesistono, in materia di tassazione, all'interno  della società. Non è una critica alle idee, ma una constatazione che le idee mancano proprio, perchè la combinazione tra entusiasmo e riflessione, un tempo maggiori, è andata diminuendo  per la mancanza dei risultati. Perchè, senza ripetere quello che ho già scritto in altri post, il diritto tributario è rimasto, come un tempo, "legislazione fiscale", nonostante quasi 200 posizioni accademiche, dove non si parla di contenuti, dove si organizzano convegni di cui restano solo le locandine, dove non si riesce a produrre valore aggiunto in cui le classi dirigenti si possano ritrovare, dove persino a chi  scrive ci sono voluti quindici anni prima di intravedere chiavi di lettura generali che si potessero proporre agli studiosi della convivenza sociale. Ai quali non frega assolutamente sulla del regime dei beni di impresa, della neutralità delle fusioni, delle presunzioni contro natura dei prelevamenti bancari, della differenza tra motivazione e prova, che sono tutti dettagli settoriali. Che la società affiderebbe volentieri alla comunità scientifica del diritto tributario, una volta che questa abbia dimostrato la propria autorevolezza nel coordinare le varie e apparentemente contraddittorie riflessioni  generali  che si intrecciano sulla fiscalità . Alla fine, vincere i concorsi può essere un fattore di autorevolezza relazionale, una carta in più da giocare per accreditarsi nei rapporti sociali, ma per essere apprezzati davvero, come comunità, non basta mandare in giro locandine da convegno, bisogna mandare in giro spiegazioni. Capisco che la tassazione attraverso le aziende era una materia di frontiera, però quasi duecento persone avrebbero potuto fare un pochino di più. Invece di spiegare i materiali, criticarli e poi chiedere alle autorità "materiali migliori".....A pagina 158 de "la fiera delle tasse" , Il mulino, 1993, Tremonti e Vitaletti fotografavano lucidamente il nucleo della tassazione attraverso le aziende. In diritto tributario si fosse visto nulla!! Forse alla lunga l'idea che noi dobbiamo "dire che qualcuno ha detto" intgerrompe la capacità di pensare!! L'uso distorto, appiattito sulla ricerca "nei materiali", di significati arcan che nessuno ha mai pensato di metterci atrofizza l'organo cerebrale!! Alla fine si pensa che migliori materiali ci semplificheranno la vita, ma come si fa a fare migliori materiali senza le idee...qui c'è il discorso del tentativo di codificazione di matrice accademica, ma lo rinviamo ad un'altra puntata!!

 

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