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Una teoria per i tributaristi

Questo sito vuol contribuire a una teoria della tassazione, conciliando quella ragionieristica attraverso le aziende con quella valutativa attraverso gli uffici. Pur cercando di essere comprensibile da tutti, parte da aspetti facilmente inquadrabili dagli operatori del settore. www.giustiziafiscale.com   si rivolge invece direttamente agli opinion makers e agli esponenti della pubblica opinione. Sull'organizzazione sociale in generale www.organizzazionesociale.com

Home Sanzioni Reati tributari:servono davvero?
Reati tributari:servono davvero? PDF Stampa E-mail
Sanzioni
Scritto da Raffaello Lupi   
Venerdì 01 Luglio 2011 07:21
I pubblici ministeri e i giudici penali sono persone equilibrate, ma soprattutto non sono esposti alla pressione mediatica che subiscono la guardia di finanza e l'agenzia delle entrate. Ecco perchè i riflessi penali dell'evasione interpretativa, per non dire dell'abuso del diritto, sono stati tutto sommato gestiti senza riflessi drammatici. Ma sono fastidiosi nelle aziende, soprattutto quando non hanno nascosto nulla, e sono disorientanti per gli uffici, e per la stessa opinione pubblica, con iscrizioni sul registro degli indagati, notizie di stampa, tutte destinate a chiudersi in una bolla di sapone, ma che nel frattempo hanno danneggiato tutti, a parte le tasche degli avvocati. Col ricatto del penale su questioni palesemente rilevate, coi pm che chiedono perizie alla gdf e all'agenzia, spesso  redatte con sorprendente imparzialità, e dove si dice che tutto sommato il comportamento è penalmente irrilevante. Ma c'è bisogno di una legislazione penale? E c'è bisogno di una legislazione penale così analitica? Non basterebbero i reati comuni, oppure alcune clausole generali come quella secondo cui era punito "chi commetteva altri atti fraudolenti idonei ad alterare in modo rilevante il risultato della dichiarazione". I dubbi  cui diede luogo questa disposizione avrebbero potuto portare a risultati proficui, allenando il cervello sulla riflessione. Mentre la mentalità legalistica che vuole una legislazione dispersa nel regolare tutto, per esserne pigramente guidati, addormenta il cervello e allena all'imbroglio e all'arbitrio. "i fatti fraudolenti diretti ad alterare in modo rilevante il risultato della dichiarazione" potrebbero prendere tutti gli  scontrini emessi ma non registrati, le fatture false autoprodotte, le fatture attive emesse ma non registrate, i ricavi stornati  sul conto  del prestanome "cinese morto", Non credo che la sanzione penale sarebbe particolarmente efficace, anzi forse è efficace proprio dove non serve, cioè sulle grandi  aziende spersonalizzate. Sul mobiliere, sull'industrialotto che crea ricchezza , i due o tre anni con varie prescrizioni, mitigazioni, sospensioni e mitigazioni varie non servono a nulla. Abbiamo rapinatori  a piede libero, figuriamoci se mandiamo dentro un pasticcere solo perchè "fa il nero". Una sanzione penale che fa paura solo alle persone perbene con ricchezze visibili, e lascia fredde le persone perbene con ricchezze nascoste non serve a nulla, E' solo una legge manifesto per far vedere di aver fatto qualcosa a una opinione pubblica disorientata. Di quelle che servono  a dire in conferenza stampa che "si è fatto qualcosa".  (nel video allegato vedi dal minuto 5.31). La politica deve pensare al consenso, alla coesione sociale, e non può sostituirsi agli studiosi della convivenza. Quando capita si serve dei reati fiscali in modo strumentale, per altri obiettivi, per colpire aziende di imprenditori "scomodi".  Forse anche i reati tributari sono un riflesso dell'ipocrisia e della schizofrenia sociale sulla tassazione attraverso le aziende. Per il resto rinvio alla parte sulle sanzioni del manuale professionale di diritto tributario, IPSOA 2011. Comunque stiamo preparando un volume sull'evasione e il diritto penale con Davide Terracina.

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