Convegno sulla determinazione differenziale della ricchezza (in margine al libro di alessia vignolI) Stampa
Scritto da Raffaello Lupi   
Mercoledì 11 Dicembre 2013 07:12

Nel pomeriggio del 16 dicembre, alle 16, faremo un incontro presso l'ordine dei dottori commercialisti di Roma, centro studi Telos, piazzale delle Belle Arti, per discutere sulla determinazione differenziale della ricchezza ai fini  tributari, che è esaminata in tutti i suoi diversi aspetti in questo volume di Alessia Vignoli, che spazia

dalle imposte sui redditi, all'IVA, all'Irap, all'accertamento. Raffaello Lupi cercherà di coordinare la discussione, cui parteciperanno Gianfranco Ferranti, Gianni De Bellis, Annibale Dodero e ovviamente l'autrice Alessia Vignoli. Come al solito, il nostro approccio tende all'inquadramento teorico di questioni pratiche, a cominciare da un riferimento della questione alla fase di produzione della ricchezza, piuttosto che a quella del consumo. Non a caso una delle principali tematiche dell'inerenza, filo rosso del libro, riguarda la distinzione tra spese di  produzione, concettualmente deducibili, e spese di consumo, concettualmente indeducibili, salve le ipotesi eccezionali del contrasto di interessi in funzione antievasione e delle spese di rilevanza sociale come quelle sanitarie (altro "consumo deducibile"). 

- All'interno delle attività produttive si pongono però dubbi sull'effettività dei costi, e qui ci soffermeremo sulle tematiche dell'onere della prova, che si pone in un contesto amministrativistico e aziendale, senza poter trascinare parametri processualistici. Un riferimento ai costi "blacklist" ci può stare, come pure alle frodi carosello (il libro parla anche della detrazione IVA), alla "mancata normazione dell'inerenza" salvo il caso degli interessi passivi. Un indizio sulla fititzietà dei costi può essere la famigerata "antieconomicità", concetto non autosufficiente, che può anche essere sintomo di abuso del diritto, nei casi in cui la deduzione del costo  fa parte di un arbitraggio fiscale indebito, a fronte di ricavi esenti.  

Non tutti i costi sono però uguali, perchè alcuni di essi possono rappresentare "erogazioni di valore aggiunto" , come interessi passivi o salari, ed il riferimento all'IRAP è molto chiaro, trattato nel volume. 

L'indeducibilità dei costi illeciti, e dei costi  da reato, è invece una vera e propria sanzione, che quindi deve essere riservata a comportamenti abnormi sul piano dell'etica degli affari. I costi  da reato, dal canto loro, oltre ad essere indeducibili per motivi  sanzionatori , pongono delicati problemi di simmetria con la tassazione dei relativi ricavi.