teoria della tassazione e cedolare secca sugli affitti |
Patrimonio e Atti giuridici | |||
Scritto da Raffaello Lupi | |||
Sabato 11 Luglio 2009 15:35 | |||
Per ora pare l'abbiano messa solo per la provincia de L'aquila...in via sperimentale...Approfondiremo!!!! Segue il vecchio post!!! Alla cedolare secca sugli affitti il governo del 2006 -2008 pensava come elegante misura concettuale di perequazione del trattamento dei redditi di fonte patrimoniale, come se gli immobili potessero essere equiparati alla carta delle obbligazioni e delle azioni, ma questa è un'altra storia, su cui rinvio ad un mio scritto chi fosse interessato. Invece la sostitutiva sugli affitti, proposta dal parlamentare economista di AN Mario Baldassarri, consente alla teoria della tassazione di cogliere alcuni aspetti delle nostre variabili, cioè rigidità amministrativa, precisione, visibilità, possibilità di controllo, etc.. Come abbiamo scritto sui libri di teoria della tassazione (paradiso e inferno e manuale giuffre' per ora) i redditi da locazione sono amministrativamente visibili attraverso segnalazioni indotte dall'inquilino-organizzato, oppure dallo stesso proprietario, quando è una grande organizzazione. Le locazioni tra individui sono generalmente in nero, però sono visibili anche attraverso i vigili urbani. Una bella sostitutiva sugli affitti tra persone fisiche, magari lasciata ai comuni, avrebbe potuto essere una grande fonte di gettito, certo non spontaneo (di quelli che basta scrivere sulla gazzetta ufficiale e i soldi arrivano perchè le organizzazioni te li portano). Però erano situazioni fortemente visibili, facili da accertare. Invece per gli affitti verso società ed enti, come pure per quelli da parte di società ed enti, tutto come prima. Non mi sembrava fosse una idea che faceva perdere gettito. Anzi, avrebbe consentito di recuperarlo, prendendo atto di una cosa: l'individuazione degli affitti tra persone fisiche va fatta de visu, a cura delle istituzioni fiscali. Non è una di quelle situazioni in cui la gazzetta ufficiale comanda e le organizzazioni adempiono. Allora, se deve essere un gettito facilmente accertabile, senza ricalcolare l'irpef, la sostitutiva era la soluzione migliore. Poi si poteva anche metterla al 30 percento. L'importante non è la misura della sostitutiva, ma la sua "realità", la sua autonomia rispetto a tutto il resto dei redditi del contribuente, in modo da consentire di accertarla anche agli enti locali. Magari lasciando la facoltatività per l'applicazione dell'IRPEF a chi ha oneri deducibili. Ove non fosse stata applicata l'Irpef, in sede di accertamento sarebbe stata applicabile solo la sostitutiva. Mi sembrava interessante.
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