Tassare il patrimonio attraverso le aziende? |
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Patrimonio e Atti giuridici | |||
Scritto da Administrator | |||
Mercoledì 22 Giugno 2011 15:35 | |||
Si sentono spesso proposte di tassazione patrimoniale, e viene da chiedersi "dove sono i patrimoni" e "chi li può individuare e tassare", perchè - al di là di fantomatiche e marginali .collezioni di opere d'arte , gioielli e francobolli, il patrimonio , la proprietà si riconduce a un numero sorprendentemente basso di tipologie, quella fondiaria, visibile attraverso pubblici registri, quella finanziaria, visibile attraverso gli intermediari e gli istituti di credito, ed infine quella aziendale. E' tutto visibile e abbastanza tracciabile, se si procede cespite per cespite. La singola banca conosce il singolo deposito, il singolo registro immobiliare conosce il singolo proprietario, la proprietà delle aziende , o almeno la gestione (chi comanda qui?) è abbastanza a portata di mano. I singoli cespiti sono conoscibili singolarmente, ma da qui a un coordinamento globale ai fini della tassazione ce ne passa parecchio. basta pensare alle intestazioni familiari e ai rapporti fiduciari, oppure alle schermature della proprietà di beni attraverso società, non per nascondere chissà quali magagne, ma per praticità gestionale e al limite successoria. Ci sono una serie di informazioni scoordinate, e che difficilmente potrebbero essere coordinate e gestite da qualsiasi istituzione pubblica italiana. Per questo non mi sembra che le proposte di tassazione basate sui differenziali patrimoniali, quantunque sensate, siano praticabili concretamente.Poi bisognerebbe fare un discorso economico -giuridico serio per capire come sono distribuite e come sono intestate queste risorse. Dietro alla ricchezza immobiliare si adduce spesso "la casa", sottintendendo "la prima casa, poverini etc. etc.". E qui ci sarebbe da chiedersi quanto patrimonio immobiliare abitativo e privato sia "schermato" dietro società "di comodo".
Dietro alla ricchezza finanziaria si sottintende "il risparmio", e qui e' più probabile si tratti di soggetti effettivamente "deboli" se si pensa che la maggior parte del risparmio è investito in titoli di stato o detenuto in banca. Insomma, è un'area di parcheggio, ma non una fonte di grandi rendite, e anche il passato dimostra che i detentori di titoli si sono sempre trovati, alla lunga, con un pugno di mosche in mano. Ma i soldi veri, allora, dove stanno. Probabilmente nella ricchezza che vive, cioè nel capitalismo familiare., In un'epoca in cui l'ascensore sociale è rotto, e "come nasci crepi", la principale ricchezza con cui fare i conti è quella che ci si ritrova per nascita nell'azienda di famiglia, che oltreuttto "si vede", e riguarda un numero tutto sommato basso di soggetti. Cui col dovuto rispetto si potrebbe chiedere una contribuzione. Con rispetto, e senza fare la faccia feroce. Tipo "anche i ricchi piangano". A questi sensati discorsi dovrebbero logicamente portare le riflessioni di assonime sull'imposta patrimoniale.Che coerentemente dovrebbe portare all'abolizione dell'esenzione per i passaggi generazionali di aziende.
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