Redditi finanziari e riforma fiscale |
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Patrimonio e Atti giuridici
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Scritto da Raffaello Lupi
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Mercoledì 29 Luglio 2009 00:00 |
Ho messo questo articolo su "patrimonio e atti giuridici" perchè la tassazione delle c.d. rendite finanziarie al di sotto dell'inflazione è in realtà tassazione del patrimonio. Mentre la tassazione al 12,5 percento delle rendite finanziarie "reali" è probabilmente un regalo: insomma la modesta aliquota
è un premio per chi guadagna molto. Magari speculando in una settimana guadagna il 10 percento e perchè dovrebbe pagare il 12,5 di aliquota, lo stesso che paga il risparmiatore che prende il 2 percento l'anno sui cct, magari quando l'inflazione è al 2,5 percento? Su queste cose ho scritto su rivista di diritto tributario un articolo allegato, i cui temi andrebbero rilanciati su dialoghi.
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Commenti
Forse, i casi in cui si applica la ritenuta a titolo d'imposta del 27%, sui dividendi in uscita, sono residuali, vista la quasi totale esenzione per quelli distribuiti oltrefrontiera a controllanti UE e le convenzioni contro le doppie imposizioni per il resto. Comunque, a ben vedere, questa norma di chiusura non ha molto senso ove si tenga presente che per il non residente il criterio della sua tassazione personale (con tutti i suoi corollari, tipo quello della progressività) perde, in concreto, significato, lasciando, invece, il posto al principio della tassazione reale sulla fonte del reddito. Nel caso dei dividendi tassare la fonte significa tassare la società che li produce con l'IRES, per cui, almeno così a me pare, almeno da un punto di vista terico, non vi è affatto bisogno di gravare ulteriormente questo tipo di reddito con la ritenuta di cui in premessa.