Se ci si mette dal punto di vista teorico, e della sistematizzazione, ci si riesce a divertire persino con la ventilazione IVA per i commercianti al dettaglio, dove la divisione per aliquota delle vendite viene fatta in proporzione alla divisione degli acquisti per aliquota IVA, ed ho letto che secondo Rizzardi
si potrebbe continuare ad applicare il venti percento fino a che non arrivano fatture di acquisto al ventuno (lo ha scritto in un articolo sul sole e in uno in corso di pubblicazione sul corriere tributario). E' un altro dei casi in cui bisogna contemperare semplicità, precisione e testo normativo, nonchè capire la funzione economica degli istituti , per retroagire alla natura giuridica. Quindi bisogna chiedersi se la ventilazione serve ad individuare "nuove aliquote IVA" oppure a "pilotare" la ripartizione tra le aliquote esistenti. Nel caso in esame , di mutamento dell'aliquota ordinaria, appare chiaro che "il venti vale ventuno" e quindi dopo l'entrata in vigore dell'aumento, la tesi più convincente è che l'aliquota del venti sparisce , e i vecchi acquisti al venti servono per determinare la percentuale dei corrispettivi che invece va al ventuno. Insomma, non c'è alcuna ultrattività dell'aliquota del venti , causata dalla ventilazione. Su questo dovremmo essere tutti d'accordo perchè il caso è facile, ma mettiamo che ci siano passaggi interni alle aliquote IVA dove quello che era al 4 va al 10 , uno che era al dieci va al quattro e via discorrendo. Bisognerebbe utilizzare le fatture vecchie per aliquote nuove. Cioè chiedendosi a quale aliquota nuova, dopo la modifica, corrisponde l'aliquota della fattura di acquisto. Se pensate che c'è stato anche un grave dubbio sulla ventilazione al netto o al lordo dell'IVA sugli acquisti, discusso su dialoghi, e poi risolto nel senso del "lordo" dopo varie prove numeriche. Insomma, le simmetrie fiscali servono anche alla teoria.
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