Basta una partita IVA (francese?) per non pagare l'IVA? |
Particolarità IVA | |||
Scritto da Administrator | |||
Mercoledì 22 Giugno 2011 00:00 | |||
Uno dei riflessi dell'IVA intracomunitaria che meriterebbero un articolo sono le verifiche che deve fare il fornitore nazionale quanto riceve (o dice di ricevere) una richiesta di fornitura da un cliente intracomunitario. Ad esempio per una fornitura di una partita di salumi o di bevande a un francese, con una "partita IVA" esistente. Verificabile sul sistema internet della relativa amministrazione fiscale estera. Formalmente sarebbe a posto, solo verificando la partita iva, ma in concreto occorre che la verosimiglianza del francese (che non sia un "francese finto" come il nostro famoso cinese finto del transfer pricing) venga avallata da altri indizi. Non tanto il trasporto, in quanto è verosimile che il francese provveda per suo conto al ritiro, franco magazzino del venditore, come si dice. Cioè non è che il fornitore deve provvedere al trasporto in francia per avere ulteriori elementi contro la presunzione di fittizietà del cliente. Più rilevanti sono le forme di pagamento, che deve avvenire direttamente dalla francia, per mezzo bonifico bancario, per essere credibile. Quindi , nell'ipotesi che le merci siano state davvero vendute in nero a mercatini rionali o altri dettaglianti il produttore dovrebbe premurarsi di far affluire le risorse in un conto francese, e poi a sua volta bonificarsele in Italia. Lo scopo, qui, infatti è solo abbattere l'IVA, non abbattere il ricavo, che verrebbe regolarmente dichiarato. Tanto poi si compensa coi costi, mentre l'IVA è un esborso per il cliente che non si traduce in un ricavo per il fornitore. E' una eventualità su cui dovrebbero riflettere le "antifrodi" dell'agenzia delle entrate.
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Commenti
Forse obbligare l'operatore comunitario ad un invio di una copia del documento potrebbe essere una soluzione, in alternativa credo che dovremmo rassegnarci ad un controllo più mite su dette operazioni.