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Una teoria per i tributaristi

Questo sito vuol contribuire a una teoria della tassazione, conciliando quella ragionieristica attraverso le aziende con quella valutativa attraverso gli uffici. Pur cercando di essere comprensibile da tutti, parte da aspetti facilmente inquadrabili dagli operatori del settore. www.giustiziafiscale.com   si rivolge invece direttamente agli opinion makers e agli esponenti della pubblica opinione. Sull'organizzazione sociale in generale www.organizzazionesociale.com

Home Occultamento ricavi studi di settore, così parlo' Sessoko' di Dakar
studi di settore, così parlo' Sessoko' di Dakar PDF Stampa E-mail
Occultamento ricavi
Scritto da Raffaello Lupi   
Lunedì 16 Gennaio 2012 22:07
Conciliare la tassazione documental-ragionieristica , attraverso le aziende, con la tradizionale tassazione valutativa attraverso gli uffici, non è facile. Sono due culture diverse, come diversa dalla nostra era la cultura di  Sessoko' di Dakar uno dei più brillanti
allievi stranieri dell'accademia ufficiali carabinieri, dove per laurearsi in giurisprudenza occorre fare l'esame di tributario...E quando io parlai della difficoltà di richiedere le imposte agli autonomi, che prendono  i soldi e se li intascano, lui cosi' parlo' nel suo stentato italiano... "beh ma che problema c'è, noi mandiamo uno al mercato e lui vede che il commerciante vende, si fa una idea di quanto guadagna e gli chiede le imposte.". Bravo! ma lui in Senegal non deve conciliare due culture, quella della determinazione contabile e ragionieristica della ricchezza , attraverso gli uffici contabilità delle aziende, e quella valutativo-presuntiva, di cui è espressione l'esattore del mercato di Dakar. E' difficile far convivere queste due culture...perchè quella presuntivo-valutativa richiede un funzionario che valuta per ordine di grandezza, prendendosene la responsabilità. E magari valutando un pò meno, al mercato di dakar, in cambio di due papaye e un peperone. Insomma, non è facile dire "valuta" in un contesto di tassazione ragionieristica..è difficile far capire che il bancario lo tassiamo alla lira, tramite il datore di lavoro, e il barbiere lo tassiamo "a occhio"... Gli studi di settore sono appunto il tentativo di trapiantare la precisione millimetrica, meccanicistica, non valutativa, della tassazione attraverso le aziende e trapiantarla dove le aziende mancano. Dove occorre invece ragionare per ordine di grandezza, mentre in altri paesi -più serenamente- hanno  uffici che stimano senza vessare e senza pressioni corruttive. Soprattutto oggi ragionare per medie, come fanno gli studi di settore, e' impossibile perche' il commercio e l'artigianato sono più a macchia di Leopardo...qualcuno se la cava bene, ma ci sono tanti poveri. Il vecchio obiettivo di tirare su le medie, tassando un minimo decoroso per tutti i "non anomali", e sostanzialmente esentando  i sopraredditi, viene perso di vista perchè non c'è più la garanzia che quel minimo decoroso ce l'abbiamo  tutti. Riemerge il vecchio vizio delle forfettizzazioni, cioè l'impossibilità di chiedere a qualcuno imposte su ricchezza che non possiede solo perchè a qualcun altro, congruo e coerente, non si chiedono imposte su ricchezza che possiede. Quindi non c'è alternativa , bisogna mandare qualcuno a vedere, e se per caso qualche ispettore si fa comprare con due papaye e un peperone gli tagliamo le mani. Come a Dakar.

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