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Home Occultamento ricavi la cassa negativa del terzo millennio
la cassa negativa del terzo millennio PDF Stampa E-mail
Occultamento ricavi
Scritto da Raffaello Lupi   
Mercoledì 15 Giugno 2011 00:00

Nle gioco della partita doppia, la cassa è un conto  come tutti gli altri. Ma è un conto dove si rischia la contraddizione rispetto alla comune esperienza, proprio perchè la cassa non indica un rapporto con altri soggetti, dove ci può essere il segno più e il segno meno, dove si può "dare e avere". Perchè la cassa può solo "dare", a zero si ferma, perchè non è un soggetto , che ci può prestare dei soldi, e a cui li

dobbiamo  restituire. Quindi  la cassa negativa è l'indizio non di un "errore contabile", ma di una irregolarità amministrativa, cioè dell'esistenza di un "nero", di una sua confusione. Ad esempio di fatture pagate con disponibilità occulte del titolare, vengono  distrattamente registrate in contabilità (al grido di "queste me le scarico"), con un disonvolto "dare costi avere cassa", senza accorgersi che in questo modo  il conto  cassa presenta un "saldo  avere". Oramai molti programmi contabili informatici segnalano  queste incongruenze "in automatico" e quindi  non è questa la ragione più frequente della "cassa negativa". Il fenomeno  può verificarsi ancora, senza essere segnalato in casi diversi dalla contropartita di fatture passive, ma per un trasferimento sbagliato tra conti patrimoniali, ad esempio  quando -nelle rivendite al dettaglio  di una certa dimensione- ad esempio elettrodomestici, materiale per l'edilizia, ferramenta etc., dove il conto cassa viene usato per "appoggiare" inizialmente gli incassi per contanti, che però poi vengono trasferiti in banca, con dei continui passaggi "dare cassa avere ricavi" seguiti dal "dare cassa avere banca". In questo caso può essere che all'inizio si tengano bassi i ricavi, ma poi il direttore della banca chieda un rientro di qualche fido eccessivamente "scoperto" , per diminuire il debito verso la banca. Quindi si registri un versamento  bancario più alto, che magari eccede i ricavi di quel giorno...con una diminuzione di cassa che contabilmente grava su una gicenza di cassa insufficiente, e manda di nuovo la cassa in negativo. Non ci si accorge che in questo modo dalla cassa vengono fatti uscire soldi che non ci sono mai entrati. Questa volta pare senza che il programma lo  segnali, perchè la contropartita è la banca, cioè un conto  patrimoniale. Un altro fronte è quello degli assegni postdatati, quando  il cliente vuole vedere nel suo  estratto conto che ha pagato. E quindi chiede che il suo estratto conto non mostri  un debito, anche se l'assegno post datato è nel cassetto (o in cassaforte); quindi  si registra "dare clinti avere ricavi" , e poi dare cassa avere clienti, in modo che sembri che il cliente ha davvero pagato. Solo che quando  si versa poi in banca l'assegno, si fa un'altra volta, partendo dal versamento bancario, "dare banca avere cassa". Anche qui c'è uno scontro  tra due fonti di innesco esterne alla contabilità: il cliente che vuole vedere di aver pagato, anche se ha lasciato giù solo un postdatato, e l'evento esterno del versamento bancario. Qui c'è insomma, una cassa negativa senza alcun occultamnento di  ricchezza. Non esce dalla cassa qualcosa che non c'era mai entrato. In cassa entra tutto. Però ci entra una volta sola, mentre esce due volte, una per "chiudere" il debito del cliente scocciatore, e fargli vedere il suo estratto conto  "pulito", e la seconda volta esce per coerenza col versamento in banca dell'assegno. Pare ci sia un sistema per conciliare le due esigenze, ma è una dritta del mio  amico commercialista dal cui "dialogo" sono uscite queste considerazioni. Quando le scriverà su dialoghi, sistemate un pò meglio, ci metterà anche il suo spunto. Per ora non divulgo segreti professionali.

 

Commenti

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Commento di Giuseppe Gargiulo

Sollecitato dalla lettura di questo post, allego una testimonianza professionale di una recente contestazione di presunti ricavi non contabilizzati basata sul temporaneo andamento negativo del saldo di cassa contabile di un concessionario auto .....per fortuna in questo caso tutto è andato bene, essendo riusciti a spiegare (non senza difficoltà) ai verificatori le ragioni tecnico-contabi li per cui la cassa contabile era andata, in quel caso, temporaneamente in negativo (senza che ci fosse stato in realtà alcun occultamento di ricavi) ......la cassa negativa del terzo millennio in questo caso è stata battuta, ma dimostra come tale presunzione a volte sia davvero diabolica da superare se non si padroneggiano (e non si riescono a spiegare bene) i meccanismi economico contabili ...figuriamoci se poi l'Ufficio avesse insistito nel rilievo e fossimo stati costretti ad andare di fronte ad un giudice generalista e frettoloso .....si sarebbe rischiato concretamente di pagare su una ricchezza inesistente e già tassata !



LA PARTE DICHIARA CHE:

“In relazione al rilievo n. 1 relativo al temporaneo “saldo negativo contabile del conto cassa” , si fa presente, come già rilevato nel precedente verbale ispettivo, che tale circostanza non è affatto riconducibile alla presunta mancata contabilizzazio ne di ricavi (che avrebbe consentito, quindi, di effettuare pagamenti eccedenti la disponibilità di “cassa contabile”). Invero si è dimostrato contabilmente ed inconfutabilmen te che detto saldo negativo (temporaneo) della “cassa contabile” è dovuto unicamente alla omessa registrazione (in detto conto) di taluni assegni ricevuti da clienti a quietanza di fatture regolarmente emesse e contabilizzate tra i ricavi imponibili dell’esercizio di riferimento. Tale errore di registrazione contabile non ha prodotto all’evidenza alcun danno al’erario (atteso che i relativi ricavi lungi dall’essere “in nero”, sono stati già regolarmente contabilizzati e tassati), ma solo un errore di rappresentazion e contabile di conti di patrimonio, facendo sì in particolare che la “cassa contabile” andasse temporaneamente in negativo e lasciando, dall’altro lato, il credito verso il cliente (a fronte dei ricavi già contabilizzati) impropriamente aperto (come se non fosse stato cioè ancora incassato).

Non appena ci si è resi conto di questo innocuo (a livello di conto economico e di tassazione) errore di registrazione contabile si è provveduto a stornare il suddetto credito verso il cliente, registrando l’accredito dell’assegno sul conto cassa, mentre si ribadisce che il ricavo corrispondente era già stato interamente rilevato e tassato in precedenza (al momento della emissione della fattura).

La parte allega al riguardo copie dei partitari contabili del conto cliente, copia dei relativi versamenti bancari e dei relativi assegni ed una simulazione dei conto cassa contabile con l’inserimento dei suddetti avvenuti incassi, rilevando come, alla luce delle suddette inequivocabili circostanze documentali, il suddetto rilievo (di presunti ricavi non contabilizzati a fronte della una cassa contabile negativa) appaia, nel caso in esame, assolutamente privo di fondamento ed irragionevole. La parte chiede pertanto formalmente che esso venga rimosso già nella fase istruttoria”
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