L'editoria che riempie la testa di nullaLoading... Stampa
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Tax & Media
Scritto da Raffaello Lupi   
Domenica 10 Marzo 2013 07:49

Il vero problema delle scienze sociali non sono le idee sbagliate, perchè anche al fondo di ogni idea provvista di un senso, qualche spunto utile c'è: Il vero problema sono le  parole senza idee, quelle che ci si ritiene in dovere di scrivere per riempire le pagine di un giornale che comunque deve uscire, di un libro per presentarsi a un concorso universitario, di una sentenza da motivare in qualche modo, di una legge per far vedere, in conferenza stampa, che il governo "ha fatto qualche cosa", o persino le 

 pagine elettroniche di un blog come questo. La differenza è che , in quest'ultimo  caso, nessuno mi obbligava, anche se è faticoso organizzare una sensazione in modo da rendere l'idea ai lettori. "Sentire qualcosa e saperlo comunicare": in questi due passaggi ci sono  tutte le difficoltà delle scienze umane , dalla letteratura, alla poesia, sul lato individuale , alla politica, all'economia e al diritto su quello sociale. Finchè "si sente qualche cosa", lo sforzo è solo quello di comunicarla, ma quando si deve uscire tutti i giorni , tipo il sole 24 ore, non si possono solo seguire gli impulsi genuini, bisogna anche riempire le pagine. Piano piano si cominciano a inserire cose senza senso, come i falsi libri da arredamento dei negozi di mobili, pieni solo di vuoto. Parole che apparentemente sono in argomento, abbastanza per non farsi accusare di essere un delirio,  aggregate anzi per poter replicare che il problema è del lettore che non ha capito il senso sottile e profondo dell'articolo. Di  giorno in giorno, il monopolio del pensiero da parte del titolare del mezzo gli consente di "lanciare" gli autori che vuole, quelli che più comodamente lo aiutano, attraverso il nulla, a riempire le due o tre pagine. Del resto è normale che la stampa rifletta il vuoto di una materia diventata vuota. Forse lo stesso solo 24 ore rispecchia il disorientamento  dei tributaristi italiani, in un circolo vizioso che porta l'ambiente ancora più a fondo. E' una conferma che l'informazione non può sostituire la formazione , e che l'informazione è costretta a riflettere il disorientamento e la confusione. Il problema è cosa fare con questa editoria quando si ha qualcosa da comunicare, perchè mettere un pò di sostanza su periodici che normalmente comunicano il nulla non fa altro che legittimare il vuoto e il disorientamento abituale. Dandogli credito. Per invertire il circolo vizioso si può solo iniziare a creare luoghi dove "si comunica solo sostanza". Magari sostanza sbagliata, ma sostanza, senza mettersi in mostra con una sostanza apparente. E' una gigantesca opera di rieducazione mentale che deve cominciare in piccolo, per riunificare la sensibilità dei tecnici con il senso comune delle classi dirigenti, dell'opinione pubblica informata. Unendo contenuti e comunicazione nel generalizzare il più possibile anche i problemi più particolari, senza divagare sulla politica, l'ideologia, la società. Che però dovremo tenere sempre presenti, ma sullo sfondo del nostro tema, cioè la determinazione della ricchezza ai fini tributari. O meglio del diritto amministrativo dei tributi. La lotta contro gli sproloqui, contro le parole apparentemente in tema, che non dicono nulla e paralizzano  il ragionamento sarà lunga. Li abbiamo tutti istintivamente contro con le loro stanche e inconcludenti litanie, dall'accademia a "la settimana fiscale". E' una lotta un pò come la vita. Comunque vada non ne usciremo vivi. 

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