tax planning usa apple: troppo ridotto il tax rateLoading... Stampa
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Tassazione internazionale
Scritto da Raffaello Lupi   
Giovedì 26 Marzo 2015 21:35

Sulla pianificazione fiscale di Apple ai fini USA è stato scritto un pò di tutto, ma il fenomeno rientra, come schemi base, per quello che ho capito, nel meccanismo delle "doppie esenzioni". SI redigono accordi per evitare doppie imposizioni tra stati, o si emettono norme interne a questo scopo, ma dall'intreccio delle varie tecniche

 utilizzate dai vari accordi e dai vari stati non solo si elimina la doppia imposizione. Ma si crea un vuoto di imposta, nel senso che il flusso reddituale che rischiava di essere tassato in due paesi diversi, alla fine non viene tassato da nessuna parte, per lo sfasamento tra i criteri interni e quelli delle convenzioni internazionali. Non ci sono aliquote agevolate, ma sistemi diversi di determinazione dell'imponibile, a fronte dei quali basta collocare proprietà intellettuale in un paese protetto da trattato, che però per norma interna -sempre diretta a evitare doppie imposizioni- non tassa i redditi esteri di una stabile organizzazione posseduta da una propria società e il gioco e' fatto. La branch svizzera delle società olandesi è un esempio da manuale delle Giovani Marmotte: il trattato olanda svizzera evitava la doppia imposizione con la Branch esxemption e quindi in olanda le imposte non si pagavano, restando solo quelle svizzere. Anche Apple ha sostanzialmente detassato in questo modo i redditi della proprietà intellettuale, ma come diavolo è arrivata a un tax rate da prefisso telefonico come quello indicato nel rapporto del senato USA allegato? Solo se la società che addebitava le Royalties sparava percentuali tali da abbattere il reddito dei paesi a fiscalità ordinaria in cui Apple ha uffici , marketing, centri di distribuzione, management, contabilità etc.. Solo che un addebito di questa fatta, dove tutto il reddito viene drenato sulla proprietà intelettuale oggetto del tax planning mi pare che facilmente  avrebbe potuto essere contestato dall'IRS americano con le rettifiche prezzi intercompany. Tanto più se il CEO di Apple se ne va sgarzolino sgarzolino in Senato USA a dire "queste sono le leggi fatte da voi e Cicca Cicca Cicca". Qualcosa mi sfugge, vedrò di capire.

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