Un nuovo concetto di evasione: ricchezza nascosta e regime di quella paleseLoading... Stampa
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Teoria della tassazione
Scritto da Administrator   
Mercoledì 12 Agosto 2009 00:00

Tra le altre carenze teoriche, che affliggono la tassazione analitico aziendale,oltre il moralismo, c'è anche una spiegazione formale dell'evasione, basata sull'indicazione o meno di un imponibile in una determinata dichiarazione fiscale. Quando l'uomo comune sente parlare di evasione pensa all'occultamento di capacità economica, ma la definzione sopra indicata include anche il regime giuridico di vicende palesi, dove nessuno ha nascosto nulla. Guardando solo al binomio "dichiarato/non dichiarato" diventano evasione anche comportamenti del tutto trasparenti, riguardanti somme che a buon diritto si pensava di dover assoggettare a una aliquota inferiore, di poter detrarre, di non dover dichiarare, o che sono state dichiarate in precedenza, che lo saranno successivamente, anche da parte di terzi.

  Ai fini statistico-sanzionatori, questi comportamenti sono oggi totalmente equiparati. E fare accademia su quello che è a portata di mano è molto più facile che cercare quello che è stato nascosto. In questo modo si contribuisce all'inferno dell'emerso, cioè di quello che, pur non essendo necessariamente dichiarato, è a disposizione del fisco, negli archivi, nelle banche, nella contabilità, negli archivi anagrafici, o persino sui giornali. I controlli dispersi su questo settore sono sottratti alla ricerca di ciò che è nascosto, che infatti non diminuisce, o addirittura cresce. Chi può nascondere o mentire ringrazia sentitamente. la dialettica non è quindi tra quello che è esposto o meno nella dichiarazione. Ma tra quello che è alla portata del fisco e quello che gli è sottratto, richiedendo una attività di indagine e di intelligence. Basta quindi parlare di "dichiarato/non dichiarato", ma bisogna contrapporre invece il rilevato al nascosto, al fittizio. La trasparenza alla menzogna. L'inganno rispetto alla disclosure. Ovviamente col consueto gradualismo delle scienze sociali, in quanto esistono sfumature diverse di pericolosità fiscale: anche evadere ricavi versati in banca a proprio nome è più trasparente che evadere ricavi versati su un conto estero intestato a un prestanome. Dedurre una spesa personale in modo trasparente è meno ingannatorio che registrare due volte una fattura di un fornitore o di tanti altri trucchetti indicati qui. Certo, un argomento interessante per un articolo, o per un convegno (per questo ho inserito questo tema in "iniziative") sarebbe l'elaborazione di un nuovo, e meno grossolano, concetto di evasione. Che fosse meno gradito a chi può mentire. Che potesse dare, conformemente al già indicato rapporto tra economia e diritto, una idea della diversa incidenza, e quindi della pericolosità, dei vari comportamenti evasivi, ponderati per il numero di contribuenti coinvolti.   

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Ultimo aggiornamento Mercoledì 23 Marzo 2011 14:17