Dialoghi è una rivista di serie C ? |
Teoria della tassazione | |||
Scritto da Raffaello Lupi | |||
Mercoledì 23 Marzo 2011 08:21 | |||
Diritto tributario esiste nella società, che sente innumerevoli squilibri della tassazione attraverso le aziende, su cui Dialoghi si sofferma costantemente, pur essendone stata ipotizzata la collocazione tra le c.d. riviste di serie C, in applicazione di queste indicazioni che sono tendenziali anche per i loro redattori di altre materie giuridiche: non è il modo migliore per superare una situazione, collegata al disorientamento del sapere umanistico sociale in genere, in cui materie di frontiera e con scarsa tradizione, come il diritto tributario, si ritrovano
senza testa. L'entusiasmo (peraltro infruttuoso) di un tempo è svanito e l'accademia sembra essere una mera "espressione burocratica". Che non ha nulla da dire alla società, e come tutte le comunità scientifico accademiche, è impegnato in schermaglie di potere, gelosie, invidie e altre meschinità. Tutte legittime ci mancherebbe, e che non ne sminuiscono la funzione scientifica. Però bisogna che quest'ultima ci sia, e proprio lei , nel caso della comunità scientifica del diritto tributario, mi sembra disorientata, intrisa di complicazioni di cose semplici; mi sembra difficile capire quale sia il valore aggiunto dell'accademia che ne legittimi il ruolo nello studio della convivenza sociale. Le porcherie, le meschinità, le gelosie, ci sono in qualsiasi gruppo sociale, comprese le accademie. C'è sempre una compresenza tra battibecco e sostanza, ma nella comunità scientifica di diritto tributario io personalmente non vedo la seconda, sarà un limite mio, ma il controllo della materia nella società civile da parte della comunità scientifica manca. Resta la gestione di piccoli spazi di miserevole e autoreferenziale potere accademico. Piccole meschinità che fanno tutti, certo, ma che in IUS 12 sono l'unico contenuto di un settore scientifico disciplinare ormai irrecuperabile rispetto all'obiettivo di fondere aspetti di economia, diritto dei poteri pubblici, diritto dei privati, gestione aziendale e politica, Non si può caricare di compiti così gravosi chi ha perso la capacità di riflettere e di pensare, Perchè la perdita della capacità di riflettere e di pensare è facilmente ricavabile leggendo le riviste accademiche più diffuse. La cosa tragica, per la società italiana, è che nessun altro gruppo di pensiero, nessun'altra istituzione, può sostituirsi al fallimento dell'accademia nello spiegare un settore importante della convivenza sociale. Così inevitabilmente, la società va per conto suo, con spiegazioni rozze, incrinando il patto fiscale e il patto sociale che lega questo paese. In questo senso, come avevo scritto in un altro post, le riviste accademiche sono socialmente pericolose, Si può combattere contro una idea , ma contro i fantasmi c'è un solo rimedio: ignorarli.
Per istruzioni agli autori di dialoghi http://www.youtube.com/watch?v=Tt_ftDR3dug
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Ultimo aggiornamento Domenica 02 Giugno 2013 07:57 |
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