Il fisco va a puttane? doppi sensi boccacceschi e teoria della tassazione
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Teoria della tassazione
Scritto da Administrator   
Sabato 11 Luglio 2009 15:35

Su Tassazione aziendale incerca di identità ( allegato a dialoghi 2-2010), le ragazze WKI , le simpatiche cristina e valeria, per chi le conosce, mi hanno comprensibilmente messo il veto sull'espressione colorita che costituisce il titolo di questo post, e che arrivava alla tassazione della prostituzione prendendo spunto dalle attività "senza azienda" ed anche "non visibili". Ad esempio i lavori

 

di riparazione, falegnameria, idraulica, svolti a domicilio, mediante inserzioni su internet...E' il paradiso della ricchezza nascosta, in quanto praticamente inafferrabile...Fuori dal circuito delle segnalazioni aziendali, fuori dal circuito della visibilità materiale, come invece gran parte degli "autonomi" , il cui laboratorio, negozietto, studio, camion etc. per lo meno "si vede". Quando manca questa visibilità il fisco può solo rispondere agli annunci economici di  falegnami, giardinieri, istruttori sportivi, docenti di lezioni private, ristruttoratori edili, e a questo punto scatta l'associazione di idee con i siti di escort etc. Potrebbe telefonare, informarsi sulla continuità del lavoro, sulla clientela,  e poi "zac" gettare la maschera; non per infliggere chissà quali punizioni al poveraccio colto in castagna, perchè prima di tutto le imposte "vanno chieste"....poi si può punire chi non le paga. Questa immagine del fisco che telefona a chi si pubblicizza mediante inserzioni, o su internet, fa venire in mente le solite sortite mediatiche sulla tassazione della prostituzione, gettonatissime dai media perchè il grigiore dei tributi diventa finalmente un pò piccante (come si sa, i giornalisti devono vendere e tira più una bella ragazza che dieci paia di buoi). Le vecchie “case chiuse” erano una modalità aziendale di esercizio del più antico mestiere del mondo, che non sfuggiva al fisco, mentre sfugge la prostituzione indipendente, magari esercitata con l’ausilio di inserzioni su internet, dove si potrebbero immaginare le stesse indagini sul campo che dicevamo per idraulici e affittacamere, ma molto più piccanti, con risvolti boccacceschi e titoli giornalistici intrisi di goliardici doppi sensi, tipo appunto "il fisco va a puttane". Su questa espressione la redazione WKI di Dialoghi, pur avendo riso abbondantemente, mi ha messo il veto, e non posso darle torto!!

 

Forse sarebbe troppo pretendere che il fisco si mettesse a telefonare, e già posso immaginare cosa succederebbe negli uffici dell'Agenzia, dove ai ristruttoratori edili potrebbero telefonare tutti, mentre "certe telefonate" sarebbero credibili solo se fatte da certi impiegati o impiegate...quindi meglio prendere atto che il fisco difficilmente entrerà in camera da letto....però metaforicamente se non si crea un ambiente mediatico in cui è normale che il fisco chieda le imposte dove le aziende non arrivano....a puttane finisce per andarci tutta la tassazione aziendale, e con lei quel minimo di giustizia tributaria che si potrebbe avere! Per chiedere a una multinazionale basta la gazzetta ufficiale, con cui un autonomo, invece, giustamente incarta le patate....quindi bisogna dimostrargli che fa l'autonomo, e discutere sul pagamento di una cifra ragionevole, perchè, come i lettori di questo sito sanno,  le tasse si pagano quando qualcuno te le chiede. 
Dove le aziende non arrivano è discutibile persino l'idea di autotassazione, in quanto occorrerebbe un tutoraggio permanente: ogni funzionario dell'ufficio segue 40/70 autonomi, oppure 5/10 aziende, supervisionando non la "puntuale applicazione della legge"...ma la credibilità dell'ordine di grandezza delle cifre dichiarate rispetto a tutte le informazioni disponibili. E' proprio quello che vorrebbe "la puntuale applicazione della legge", interpretata nella sua essenza!! E si potrebbe anche valorizzare in questo senso un gran numero di commercialisti. Che oggi fanno ratei, risconti , rimanenze , 770 per i propri compensi e quelli della cassiera, ad autonomi e aziende che per il resto dichiarano quello che vogliono...Bisogna comprendere che il diritto è sempre valutazione e capire cosa di volta in volta deve esser valutato!!! L'accademia del diritto tributario non lo capirà mai,

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Ultimo aggiornamento Martedì 15 Marzo 2011 14:18