Accertamento sintetico tra determinazione della ricchezza e ricerca di coesione sociale StampaLoading...
Controlli e contenzioso
Scritto da Raffaello Lupi   
Giovedì 16 Gennaio 2014 22:27

A proposito della determinazione sintetica dei redditi, oggetto del convegno di Napoli del 28 febbraio, presentato in questo diverso post di questo sito , le posizioni personali dei saranno anticipate qui, eventualmente con ulteriori riferimenti, da aggiungere in corso d'opera, fino alla data del convegno. Ad avviso di Raffaello Lupi, l'accertamento sintetico, pur rispondendo a comprensibili esigenze di comunicazione politica, legittimamente ispirate alla ricerca di coesione sociale, appare controproducente

sul piano della determinazione della ricchezza. La sua eccessiva laboriosità, infatti, assorbe energie amministrative eccessive rispetto al suo impatto positivo sull'autotassazione. In altri termini, con le stesse ore uomo necessarie ad un accertamento sintetico, se ne potrebbero  proficuamente svolgere molti di più facendo leva, come è nella tradizione della tassazione sulle attività economiche, sulle caratteristiche fisico-economiche dell'attività svolta. L'enfasi sull'accertamento sintetico,  in termini di comunicazione, rischia di distogliere l'attenzione dai casi in cui esso è effettivamente più utile, cioè quelli in cui la determinazione alla produzione non è affidabile, in quanto l'attività potrebbe essere discontinua nel tempo, o ad intensità limitata, come per tutte quelle "senza una base fissa", e svolte a domicilio di una cerchia di conoscenti, secondo una intensità variabile da persona a persona, come come l'idraulico, l'elettricista o altre attività ai limiti del lecito, come questa raccolta su affaritaliani di libero, che quando si tratta di sensazionalismo piccante non si fa mancare nulla. Insomma presentare l'accertamento sintetico come l'arma finale della cosiddetta  "lotta all'evasione", ne mette in ombra l'utilità dove potrebbe servire davvero, compresa la messa a fuoco di quanto risulta dalla visibilità materiale della ricchezza, rappresentata dall'attività indipendente "a rischio evasione", come appunto il solito esempio del  pasticcere che magari può essere congruo e coerente con gli studi di settore, ma presentare spese personali sproporzionate rispetto al reddito dichiarato.Insomma , la spesa per consumi personali, e il tenore di vita, possono aiutare il controllo valutativo del territorio da parte del fisco. Ma non certo essere strumenti di massa sostitutivi della tassazione alla produzione. In questo senso fanno solo perdere tempo rispetto a una serena comprensione della necessità di coordinare la tassazione valutativa attraverso gli uffici tributari (di cui anche l'accertamento sintetico fa parte) con la tassazione ragionieristica attraverso le aziende. 

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