Loading...

Area riservata

Newsletter

Nome:
E-mail:

Link

Siti amici, partners o semplicemente di interesse che vi segnaliamo. Accedi
 4 visitatori online

Una teoria per i tributaristi

Questo sito vuol contribuire a una teoria della tassazione, conciliando quella ragionieristica attraverso le aziende con quella valutativa attraverso gli uffici. Pur cercando di essere comprensibile da tutti, parte da aspetti facilmente inquadrabili dagli operatori del settore. www.giustiziafiscale.com   si rivolge invece direttamente agli opinion makers e agli esponenti della pubblica opinione. Sull'organizzazione sociale in generale www.organizzazionesociale.com

Home Controlli e contenzioso La via processuale si rivolta contro i suoi "teorici" (lo so che è una parola grossa..)
La via processuale si rivolta contro i suoi "teorici" (lo so che è una parola grossa..) PDF Stampa E-mail
Controlli e contenzioso
Scritto da Raffaello Lupi   
Mercoledì 22 Giugno 2011 05:08

Tante volte abbiamo visto la grossolanità di concepire il diritto tributario in funzione del giudice. Come se il fisco e il contribuente fossero un proprietario e un inquilino, un fornitore e un cliente, un marito e una moglie che litigano, e tra i quali il giudice decide a chi dare ragione. L' accademia processualistica ha trasferito nella tassazione attraverso le aziende, concettualmente complessa,  i vecchi atteggiamenti in cui il processo si innestava raramente su una attività amministrativa che normalmente andava per proprio conto, in modo abbastanza sereno. Gli avvocati, infatti, non si occupano  della fisiologia dell'azione amministrativa in materia di sicurezza, sanità, istruzione, anagrafe, commercio, energia, edilizia e simili. L'avvocato si occupa invece del

momento patologico. E così ha fatto l'accademia processualistico-avvocatesca, che non ha spiegato all'opinione pubblica la tassazione attraverso le aziende. Con la riserva mentale che doveva farlo "Il legislatore" , come fa in tutti i settori suddetti, dedicandosi nel frattempo ad una professione di avvocato resa più lucrosa dalle disfunzioni  della tassazione attraverso le aziende, dalle schizofrenie sociali, dalle drammatizzazioni etc., ma dove  la cattedra era un ottimo biglietto di presentazione relazionale. Come confermano i libri scritti "per diventare professore" e non "dopo" in modo da spiegare alla società la tassazione attraverso  le aziende. Qual'è stato il risultato? Pare che l'agenzia delle entrate vinca i ricorsi al settanta per cento, che si avvicina al cento per cento quando si tratta di questioni aziendali complesse, proprio  quelle trattate dai professionisti dell'accademia. In materia di pretesa elusione antieconomicità, disquisizioni e varie simmetrie giuridico-contabili. L''accademia ha davvero  fatto scuola nelle istituzioni, perchè i processi verbali e gli avvisi di accertamento riprendono davvero in genere la stessa inconcludente e insinuante enfasi della prosa accademica, finendo  per essere sproloqui senza filo conduttore, difficilissimi da contestare, proprio perchè in apparenza si riferiscono  all'argomento, non parlano di botanica o di gastronomia, ma accostano stralci normativi, eventi pacifici, conclusioni insinuanti, accostamenti suggestivi, in un calderone inestricabile agli occhi di un giudice frettoloso, in una specie di supercazzola giuridico tributaria. E vincono, prima di tutto perchè sono bravi , lo fanno a ragion veduta, mentre gli accademici ci credevano pure e si prendevano sul serio, e poi perchè il giudice frastornato da queste divagazioni e disquisizioni, ci pensa due volte, prima di annullare l'accertamento. Se il giudice non capisce, respinge il risorso, e quindi spesso i verbali e gli accertamenti sono  fatti apposta, sulle questioni di diritto, per confondere, per alzare cortine fumogene, in modo da attirare in trappola l'avvocato di controparte, che cerca di confutarle, contravvenendo  alla legge epistemologica secondo cui è impossibile confutare in modo comprensibile un discorso incomprensibile. L'unico modo per farlo è cercare di scoprire il gioco, altrimenti scatta la legge di Murphy "non discutere mai con un idiota, la gente potrebbe non capire la differenza". Quindi davanti a due sproloqui senza senso, è normale che il povero  giudice , frastornato e confuso, respinga il ricorso, sapendo di esporsi di  meno. La matrice amministrativistico-economica, trascurata dalla dottrina legalistico-avvocatesca riemerge e si vendica, come le scope dello stregone apprendista, che ha evocato un mostro senza accorgersi di essere incapace di dominarlo. Chi di supercazzola ferisce di supercazzola perisce.  

Commenti

avatar emelchiorre
0
 
 
Commento di Giuseppe Gargiulo

A mio giudizio le norme sul processo tributario (come pure la loro piena e salda conoscenza da parte del giurista) sono importanti, essendo finalizzate a garantire, da un lato, la tutela giurisdizionale del contribuente nei confronti dell'esercizio (illegittimo) dei poteri amministrativi e, dall’altro, a disegnare le “giuste” regole procedimentali nel cui rispetto deve svolgersi l’accertamento dei fatti nell’ambito del processo (ciò, s’intende, ove non si non si riesca, in via amministrativa, a trovare una composizione preventiva della lite: soluzione che sarebbe auspicabile, ma che non può, all’evidenza, essere imposta per legge), ma il prof. Lupi (se non fraintendo la sua analisi), ha assolutamente ragione. L'accademia del diritto tributario - come si evince dalla lettura di tutta (o quasi) la manualistica tributaria (ma anche quando si sente parlare di fisco nei convegni o nel dibattiti pubblici) - non è riuscita (almeno fino ad ora) a introdurre nel proprio corpo disciplinare e nella propria riflessione lo studio dell’oggetto economico-conta bile che essa vuole disciplinare e quali sono i punti di forza e di debolezza della c.d. "tassazione attraverso le aziende" (espressione metaforica che disegna, assai efficacemente, un sistema legislativo di regole di tassazione in cui la richiesta delle imposte si incentra appunto sulle aziende, sia come produttrici di reddito che come erogatrici di redditi verso terzi soggetti , e sull’affidabilità dei relativi sistemi di rilevazione economico-conta bile del reddito prodotto e sul rispetto dei relativi adempimenti amministrativi) . Tale carenza di approccio culturale e metodologico, a tacer d’altro, ha prodotto, da un lato, l’incapacità della medesima accademia tributaria di svolgere un ruolo efficace di orientamento verso il legislatore e l’opinione pubblica in genere (nell’affrontare le problematiche fiscali e nel disegnare un sistema di norme fiscali più efficiente) e, dall’altro, operatori del diritto tributario (commercialisti, avvocati, ragionieri, etc.) che assomigliano sempre più agli azzeccagarbugli di manzoniana memoria, con un deflagrante incremento di inutile contenzioso tributario. Basta leggere tutte le pubblicazioni tributarie per rendersi conto che l’accademia tributaria, a dispetto dei progressi metodologici compiuti dagli studiosi di altre branche del diritto, è ancora ferma ad un impianto metodologico positivistico ottocentesco, per cui è norma solo il dettato del legislatore e le norme si possono studiare e comprendere in modo neutro e positivo, senza avere una conoscenza dell’oggetto che esse vogliono regolare e della funzione che esse svolgono. Gli strumenti concettuali utilizzati dall'accademia tributaria risalgono quasi tutti ancora alla pandettistica e alla post-pandettist ica, con le relative astrazioni concettuali. Mancano invece, nel bagaglio del giurista tributario, analisi accurate e ricostruzioni complessive del fenomeno fiscale, sui cui poi poter innestare una adeguata conoscenza e comprensione delle norme positive (anche al fine di una loro successiva adeguata interpretazione). Verrebbe da dire: chi di formalismo ferisce di formalismo perisce.....!

Per questo credo che dovremmo tutti ringraziare il prof. Lupi per averci condotto, con i sui libri e le sue riflessioni sul sistema fiscale, ad una nuova consapevolezza metodologica, che ci consente di allargare ed arricchire di contenuti gli orizzonti della nostra riflessione giuridica (aprendoci anche alla studio della economia e dei comportamenti umani in genere) e di coniugare, come giuristi ed operatori del diritto, la conoscenza positiva delle norme, con la capacità di ricostruirne il loro senso complessivo, in un approccio interpretativo che sappia farsi carico, con la fatica del ragionamento, di individuare e condurre a soluzione razionali e di buon senso (nel rispetto s’intende della cornice letterale), superando le secche del formalismo giuridico e delle inutili astrazioni dogmatiche.
Per postare commenti o rispondere è necessario loggarsi.
 

Copyright © 2009 Fondazione Sudi Tributari | Tutti i diritti riservati | CF/P.IVA 97417730583

PixelProject.net - Design e Programmazione Web