Loading...

Area riservata

Newsletter

Nome:
E-mail:

Link

Siti amici, partners o semplicemente di interesse che vi segnaliamo. Accedi
 7 visitatori online

Una teoria per i tributaristi

Questo sito vuol contribuire a una teoria della tassazione, conciliando quella ragionieristica attraverso le aziende con quella valutativa attraverso gli uffici. Pur cercando di essere comprensibile da tutti, parte da aspetti facilmente inquadrabili dagli operatori del settore. www.giustiziafiscale.com   si rivolge invece direttamente agli opinion makers e agli esponenti della pubblica opinione. Sull'organizzazione sociale in generale www.organizzazionesociale.com

Home Controlli e contenzioso l'eliminazione del ruolo è giusta, ma la riscossione provvisoria è anacronistica
l'eliminazione del ruolo è giusta, ma la riscossione provvisoria è anacronistica PDF Stampa E-mail
Controlli e contenzioso
Scritto da Raffaello Lupi   
Mercoledì 15 Giugno 2011 00:00

Le confuse resistenze all'abolizione del ruolo, alla concentrazione della riscossione nell'accertamento, sembrano a prima vista senza senso rispetto alla situazione precedente, senza dubbio. Però sono  una spia di un malessere diffuso nella società, anche prima di  questa riforma. Che è innocua, del tutto  legittima, ma fa tornare alla ribalta un problema generale, cioè il superamento della riscossione nella tassazione attraverso le aziende, e la nascita di un problema diverso, quello

 

 

della riscossione sicura, molto più importante della riscossione celere. Perchè riscuotere prima o dopo i dieci miliardi circa derivanti dalla riscossione coattiva, rispetto ai 450 miliardi di gettito, non conta molto. La riscossione dovrebbe piuttosto  dissuadere i contribuenti dalla tentazione di rendersi nullatenenti, risolvendo i problemi con equitalia secondo la vecchia canzone dei "Righeira".  Il piano A è quello di non essere controllati, il piano B quello di "accomodare" il controllo, il piano C di rendersi nullatenenti: ci sono tre vie di uscita per chi  ha i margini per nascondere ricchezza al fisco. Con equitalia feroce verso chi si fa prendere con una casa in mano, o con un'auto intestata, oppure ha crediti verso la PA, o un conto bancario. Ma ci sarebbero ben altre cose da cercare. Rispetto alle quali la corsa alla riscossione, quando magari il titolo della pretesa è traballante, consuma inutilmente energie amministrative, sia dell'agenzia sia di equitalia. Energie che potrebbero essere impiegate nella richiesta delle imposte e nella ricerca di cespiti da aggredire per rendere "sicura" la riscossione. Serve a qualcosa la celerità contro chi  ha qualcosa da perdere? Ha senso essere celeri verso chi deve 20 mila euro, iscrivendo  ipoteche su immobili che ne valgono centinaia di migliaia, e che cedere a prestanome sarebbe più costoso? Accelerando nei confronti di chi ha qualcosa da perdere non si risolve il problema verso  chi non ha nulla da perdere, oppure ha da perdere qualche cosa che Equitalia non riesce comunque a trovare. Se qualcuno ha qualcosa da perdere, non serve chiedere i soldi, imbastendo un farsesco va e vieni di riscossioni provvisorie, seguite da restituzioni, poi con nuove riscossioni. L'importante è essere sicuri di  prendere i soldi alla fine, valutando la situazione patrimoniale del debitore. E proprio  su questa valutazione casca l'asino della burocrazia, perchè se la valutazione va bene allora abbiamo  fatto solo il nostro dovere, mentre se va male scattano i fantasmi di negligenze e corruzioni. Prima di tutto è quindi  contro questi fantasmi che bisogna battersi,  e già sapere chi è il nemico rappresenta una prima vittoria. Qualche punto fermo ci può essere, a cominciare da quello di confrontare la somma richiesta con la situazione del debitore. Valutare le possibilità di perdita del credito, rispetto alla situazione patrimoniale del debitore tenendo presente che anche milioni di euro sono "sicuri" quando il debitore è una azienda medio-grande, Già quando si procede al controllo fiscale bisognerebbe fare un lavoro valutativo investigativo a futuro  beneficio di Equitalia. Soprattutto nei  confronti  di quella sterminata platea di piccole società di capitali , magari  amministrate da vecchietti dell'ospizio, che sono usate come "schermo" dagli imprenditori veri. Qui, qualche bella norma che consenta, con atto amministrativo, di dichiarare la personale responsabilità dell'interponente ci starebbe proprio bene. Naturalmente, c'è sempre di mezzo una valutazione amministrativa.

Commenti

Per postare commenti o rispondere è necessario loggarsi.
 

Copyright © 2009 Fondazione Sudi Tributari | Tutti i diritti riservati | CF/P.IVA 97417730583

PixelProject.net - Design e Programmazione Web