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Una teoria per i tributaristi

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Home Controlli e contenzioso Liti sostituto sostituito: ventanni dopo ventanni indietro
Liti sostituto sostituito: ventanni dopo ventanni indietro PDF Stampa E-mail
Controlli e contenzioso
Scritto da Raffaello Lupi   
Giovedì 30 Luglio 2009 20:06
Due sentenze della Cassazione tributaria, lo stesso giorno, hanno affermato la giurisdizione tributaria e , all'opposto, quella civile, nelle liti in cui il sostituito si rivolge al sostituto per contestare l'applicazione della ritenuta fiscale alla fonte. E' proprio vero, come scrivevo sull'ultimo volume di diritto tributario Giuffrè 2009, che le scienze sociali sono accessibili facilmente, combinando in modo diverso  varie riflessioni, tutte sensate, e infatti la cassazione che ha affermato la giurisdizione ordinaria ha ripercorso cose già dette oltre vent'anni fa. l?occasione è importante, del resto, per affermare che la tesi della giurisdizione tributaria è un eufemismo , per dire che il sostituito non ha azione contro il sostituto, visto che controparte necessaria davanti alle commissioni è il fisco, e non essendo concepibile una azione del sostituito verso il sostituto davanti al giudice speciale. Personalmente penso che le cose potessero rimanere così com'erano dal 1988, vent'un anni fa, quando Tesauro discuteva con bafine sull'azione del sostituito verso il sostituto. Entrambe le soluzioni hanno aspetti insoddisfacenti, ma non è questo caso particolare, come tanti, che potrebbe risolvere i problemi della fiscalità italiana. L'importante non è che la cassazione si chiarisca le idee, ma che gli studiosi elaborino concetti snelli, semplici, convincenti, esaurienti, in cui anche la cassazione possa riconoscersi. Non pensiamo a quello che può fare la cassazione per noi, ma a quello che noi possimo fare per la cassazione.

Commenti

avatar mauro
0
 
 
SERVE CONTESTARE LE RITENUTE?
In merito al rapporto sostituto / sostituito, periodicamente, si riaccende la polemica in merito all'opportunità di gravare i datori di lavoro di adempimenti (l'effettuare la ritenuta e versarla all'erario) considerati da taluni un inutile fardello.
Ma se si tolgono le ritenute salta il sistema, sia perchè manca la cassa,
sia perchè mancano le segnalazioni. Oggi, nel 2009 l’ipotesi non è
percorribile. A parte che non trovo logico smontare ciò che oggi
funziona egregiamente ma anche volendo cambiare il sistema nel senso
indicato dalla presa di posizione dell'imprendito re di Pordenone penso
che aumenterebbe in modo significativo la cosidetta evasione da
riscossione che, dati i numeri dei soggetti coinvolti, creerebbe non
pochi grattacapi all’Amministrazione. Il dipendente che non arriva a
fine mese, nella società dei consumi, avrebbe la tentazione di far
quadrare i conti facendo aspettare l’erario. E’ una questione di
priorità. Ma proprio facendo queste ipotesi da tavolino ci rendiamo
subito conto di un altro importante aspetto: l’evasione e
l’adempimento, come segnala il Prof. Lupi, non dipendono dal fatto che
una categoria è più buona rispetto ad un’altra ma sono in funzione,
piuttosto, di come il sistema fiscale è in grado d’intercettare la
materia imponibile nel momento più opportuno, facendo leva sul
contrasto d’interessi. Il datore di lavoro, e ciò è tanto più vero
quanto più è spersonalizzato, non ha, in genere, un particolare
interesse a non versare le ritenute, problema che, del resto, nel
sistema attuale, non si può nemmeno porre il lavoratore in quanto
riceve , fortuna o sfortuna sua, solamente un netto.

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